Espira, sei vivo!

libertà dell'essere

Espira, sei vivo!

La capacità di un individuo di espirare con una espirazione lunga, profonda e lenta é collegata alla sua capacità di fidarsi e di amare.

L’essere umano molto spesso ha una paura inconscia dell’altro e la controlla con la respirazione, bloccandola.

Inconsciamente l’organismo umano controlla l’espirazione per non far perdere il controllo della mente sull’altro o sulle proprie azioni. La mente rimane continuamente attiva per sorvegliare e per rimanere in allerta per proteggerci. La respirazione, invece, ci mette in contatto con gli stati emotivi.

Per sopravvivere agli stimoli esterni ed interni l’organismo impara a ridurre o bloccare l’atto inspiratorio o l’atto inspiratorio. In questo modo l’individuo sente meno e riesce a nascondere la propira vulnerabilità. Tuttavia, lo stesso meccanismo (di non sentire) ci impedisce anche di sentire chi siamo nella nostra umanità, le nostre qualità, il valore, gli obbiettivi raggiunti, i desideri e il rispetto verso se stessi.

Attraverso l’atto di espirazione si rilassano i muscoli del viso, degli occhi, della bocca, del petto e dell’addome. La fiducia negli altri inizia con la fiducia in se stessi. Provate a lasciar andare il controllo e affidatevi alla vostra forza e il potere personale.

Fidarsi dell’altro non implica ricevere qualcosa in cambio, ma sentire la propria forza interiore. Abbiamo una vita sola e possiamo liberare la nostra energia d’amore rinchiusa dentro di noi per farla fluire dentro di noi, nelle nostre relazioni e nell’esprimere le nostre infinite qualità.


Herman Hesse scrive sull’amore:
“Quanto più invecchiavo, quanto più insipide mi parevano le piccole soddisfazioni che la vita mi dava, tanto più chiaramente comprendevo dove andasse cercata la fonte delle gioie della vita.

Imparai che essere amati non è niente, mentre amare è tutto, e sempre più mi parve di capire ciò che da valore e piacere alla nostra esistenza non è altro che la nostra capacità di sentire.
Ovunque scorgessi sulla terra qualcosa che si potesse chiamare “felicità”, consisteva di sensazioni. Il denaro non era niente, il potere non era niente.
Si vedevano molti che avevano sia l’uno che l’altro ed erano infelici. La bellezza non era niente: si vedevano uomini belli e donne belle che erano infelici nonostante la loro bellezza.


Anche la salute non aveva un gran peso; ognuno aveva la salute che si sentiva, c’erano malati pieni di voglia di vivere che fiorivano fino a poco prima della fine e c’erano sani che avvizzivano angosciati per la paura della sofferenza.
Ma la felicità era ovunque una persona avesse forti sentimenti e vivesse per loro, non li scacciasse, non facesse loro violenza, ma li coltivasse e ne traesse godimento.
La bellezza non appagava chi la possedeva, ma chi sapeva amarla e adorarla. C’erano moltissimi sentimenti, all’apparenza, ma in fondo erano una cosa sola.


Si può dare al sentimento il nome di volontà, o qualsiasi altro. Io lo chiamo amore. La felicità è amore, nient’altro.
Felice è chi sa amare. Amore è ogni moto della nostra anima in cui essa senta se stessa e percepisca la propria vita. Ma amare e desiderare non è la stessa cosa.


L’amore è desiderio fattosi saggio; l’amore non vuole avere; vuole soltanto amare”.

Concludo con un mio pensiero: la vita inizia nel momento quando abbiamo il coraggio di scoprire che finora non abbiamo vissuto affatto la nostra vita e abbiamo sopravvissuto grazie alle nostre illusioni.

Con fiducia,

Olga

L’immagine dell’articolo: la mostra “Il Respiro dell’Arte“ a Palazzo Ducale